Strong Sea Life a Civitavecchia, il resoconto
I temi emersi durante la giornata dedicata al progetto
Si è tenuto a Civitavecchia nella Sala Conferenze dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale – Molo Vespucci l'incontro sulla replicabilità del progetto Strong Sea Life.
Il progetto ha l’obiettivo di tutelare gli habitat protetti di praterie di Posidonia oceanica e Coralligeno danneggiati dalla presenza di attrezzi da pesca persi o abbandonati (ALDFG). L’evento è stato anche importante perché ha dato l’occasione per presentare a stakeholder e soggetti interessati, in un territorio differente da quello nel quale si svolge il progetto. le azioni già intraprese nel Golfo dell’Asinara per affrontare questa importante sfida. Il programma della mattina proponeva una serie di interventi mirati ad approfondire non solo gli obiettivi del progetto ma anche le azioni di replicabilità previste in Corsica e in Toscana; nel pomeriggio si è inoltre svolta una tavola rotonda che coinvolgerà ricercatori ed esperti del settore marittimo e della pesca del territorio.
Alla giornata era presente una delegazione del FLAG - che ha partecipato e coordinato congiuntamente al capofila Ispra i lavori della tavola rotonda -, nell’ambito delle proprie funzioni come supporto ad AGRIS, svolgendo attività di raccordo con il mondo della pesca e degli operatori del settore.
Tra le attività che il FLAG già svolge, è fondamentale quella relativa alla verifica delle informazioni necessarie ad ottenere le coordinate relative ad attrezzi dispersi nelle aree di progetto, consentendo così gli interventi di rimozione o inattivazione previsti da STRONG SEA Life. Come prevedibile, non sempre le segnalazioni si rivelano utili all’individuazione di punti di interesse, anche in considerazione del fatto che il mestiere del pescatore è fatto di routine e segreti, piccoli e grandi, riguardo le aree di cala, la costruzione e la modalità di utilizzo degli attrezzi.
Dal confronto della giornata sulle attività svolte è emerso che tra i motivi per cui si perdono gli attrezzi deve considerarsi l’interazione con altre imbarcazioni (o semplicemente a causa del traffico marittimo stesso che può agganciare attrezzi posizionati. Le tecnologie a bordo consentono ai pescatori di segnare con precisione millimetrica dove calano, quindi se un attrezzo viene spostato (disperso) è perché c’è stato un intervento non previsto e gli attrezzi sono stati spostati o portati via.
Un discorso importante a parte merita la pesca di frodo, che oltre al danno relativo al furto del pesce già pescato, aggiunge il danneggiamento – o la definitiva demolizione – dell’attrezzo. Il fenomeno è diffuso e purtroppo l’impossibilità di un intervento tempestivo rende spesso inutile la denuncia verso ignoti, portando i pescatori a desistere.
Tra le proposte emerse, ha riscosso molto seguito la creazione di un calendario della pesca, alla stregua di quello venatorio, che possa le catture e rispetti le specie ed il loro ciclo vitale e riproduttivo, combattendo il depauperamento dello stock ittico.