Grave ritardo nell’attuazione delle strategie locali FEAMPA
La Sardegna fanalino di coda in Italia per utilizzo delle risorse
Secondo uno studio pubblicato in questi giorni da UIL, la Sardegna risulta tra le regioni italiane meno virtuose nell’utilizzo dei Fondi Europei nella programmazione 2021–2027. A preoccupare è soprattutto il dato relativo alla capacità di spesa e rendicontazione: appena il 2,55%, a fronte di una media ben più alta in altre regioni italiane come la Liguria, che raggiunge il 18,18%.
Per quanto riguarda, invece, il Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura (FEAMPA) che interessa da vicino il FLAG NS, su un totale di 987 milioni di euro, riporta lo studio UIL, gli interventi programmati sono al 23,2% e la spesa effettiva è al 5,86%.
Una situazione leggermente migliore rispetto al dato generale della Regione Sardegna ma certamente non più rosea e che solleva interrogativi e preoccupazioni per quanto riguarda i fondi destinati allo sviluppo locale. Nonostante la disponibilità di risorse, la macchina amministrativa regionale prosegue con lentezze strutturali, frenando l’attuazione concreta di strategie già approvate. Una condizione che ostacola anche l’attività delle Agenzie di Sviluppo Locale – come i GAL Pesca e Acquacoltura – che, pur avendo elaborato le proprie strategie nell’ambito del FEAMPA, non hanno ancora potuto avviarle a causa del mancato trasferimento delle risorse.
Il problema è dovuto alla richiesta da parte della Regione Sardegna di garanzie fidejussorie per il trasferimento dei fondi, una condizione che in questa programmazione risulta inapplicabile per enti pubblici come i GALPA. È necessario sottolineare che questi organismi agiscono in nome e per conto della Regione attraverso specifiche convenzioni e che, dunque, la richiesta di garanzie fidejussorie appare non solo sproporzionata, ma anche priva di fondamento giuridico.
Nel caso del FEAMPA – Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la Pesca e l’Acquacoltura – la situazione appare particolarmente critica per la Priorità 3, che promuove lo sviluppo sostenibile delle comunità di pesca e acquacoltura attraverso l’approccio CLLD (Community-Led Local Development).
Obiettivi strategici quali la sostenibilità delle filiere, il turismo costiero responsabile, l’adattamento climatico e la tutela della biodiversità rischiano di rimanere lettera morta, nonostante i GALPA sardi abbiano già predisposto piani d’azione pronti per essere attuati.
Attraverso il CLLD si promuove la cooperazione tra territori costieri, costruendo percorsi condivisi di sviluppo locale e una governance partecipativa. Una visione che rischia di essere vanificata da una burocrazia difensiva che ostacola l’attuazione dei piani, rallenta le procedure e impedisce una piena valorizzazione delle potenzialità territoriali.
A due anni dalla scadenza della programmazione, è urgente un cambio di passo. Occorre snellire le procedure, responsabilizzare la macchina amministrativa e rimuovere gli ostacoli burocratici che penalizzano i territori e le comunità locali. Solo così sarà possibile recuperare il ritardo accumulato e garantire uno sviluppo realmente sostenibile per le coste e le comunità della Sardegna.